Al ritmo sordo che m’è dato
sposa guardante ai confini del volo
ingoio l’essenza, la partita, gli inizi
e forse costretta non mi ritrovi più
La disarmonia, il silenzio del seguirsi in tempo
un pomo da spezzare a metà
là dove tutto è distanza e voglie
graffi nell’aria per schiudere barriere
e perse le mani nei giochi delle coscienze
ritornano in fumo i sentieri sulla pelle
il tocco dall’assaggio incerto e spegne
come nel buio inganni e le pene
vestirò di viola le mancanze
e la fermata dei nostri abbracci
simi