è incredibile quanto tempo
passiamo a intrecciare le mani
tra le parole, i gesti
e gli specchi di cui siamo
così esperti scalatori
tanto abili
da rimanere imprigionati
appesì lì a ciondolare
aspettando un colpo di vento
che possa farci suoi
è irrilevante dove cadere,
l'importante è liberarsicosì, un'enorme parte del tempo
in sospeso
occupati a guardare lo spazio interminabile
che ci separa dalla terra,
rigida attesa del nostro precipitare,
che non ci accorgiamo
della bellezza delle nuvole,
disperdendosi per poi
riabbracciarsi così simili a noi
nè del velato calore con cui
il sole ci accarezza
appesi lì,
senza uno spessore
o un peso da portare
siamo frammenti ribelli
di un raggio di luce in libertà
rinchiusi nella trama articolata
che i petali svelano a chi,
impaurito si rifugia
nella vellutata stretta
ad accompagnarci
un profumo troppo forte che
inebria il nostro volo
inchiodandolo a sottili pareti
che non vorremmo mai si aprissero
se non sotto le stelle.La tregua,
una leggera illusione
per un attimo ci allontana
dal continuo oscillare che
non ha la minima inflessione
nè la più piccola esitazione
mentre si moltiplica
l'infinito ripetersi della nostra immobilità.
ad un tratto la luce
ribelle rientra nei suoi profili
tra le note si fa ape
cullata solo dal continuo sforzo
si solleva
e la polvere che inebria
non è poi così pesante
mentre in volo ripercorre
fiori sconosciuti.
Oggi è un giorno speciale
quell'ape ha preso forma
e per un filo reciso
se ne creerà un altro
più in alto o più in basso
ma in fondo che importa?
le api non soffrono di vertigini
spero tanto che i piccolissimi cambi che ho fatto non abbiano stravolto il tuo testo
ti abbraccio
simina