.Parte dalla luna uno scorcio
che non adduce il sonno e poggia
su un’attesa tradizione di squilibri
e dischi d’inchiostro in giornate e volti
di vite a ricongiungersi
al fare moderno infisso nei vetri
con caviglie troppo spesse nelle strette
laddove il caso è stato scritto
sui tuoi pantaloni d’Africa
troppo vivi nei miei chiaroscuri
a imbellettare un viso senza dono
e luce di cipria in conca alle distanze
intanto che accorcio
la mancanza e sposto
fino alla salita e poi ancora in giù
accartoccio in qua un domani
avrò il sorriso che volevi
lui che duole al rinchiuderti
quell’attimo speciale di me