io
acceNto questa tiepida sera
come mia sposa,
e prometto di amarla, come si amano
i dolci e i girasoli
finchè l'ultimo raggio
della mia aspettativa
tramuterà il tempo ed il
dove -tutto è l'ostacolo dell'esecuzione,
la sofferenza si affusola e
si assottiglia,
generando la lunghezza-
/il giorno fa parte di noi
eppure ho gli occhi spalancati
sopra tarde notti che
ho il desiderio di acquietare,
con indosso solo
l'assenza del viversi/
all'alba di non so cosa
fiorisce in ogni grandangolo
una percezione del tono
che si può prendere e disporre
costruendo sinfonie in edificazione,
spostando un filo di prato
sul rigo del sol
c'è una fusione delle fasi
che io chiamo fasione,
ed è una perenne coesistenza
di tutte le proprietà del linguaggio
-giochiamo, nasconditi,
più lontano che puoi
vorrei trovarti con le vibrazioni
senza vederti mai-