l'alveare

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C’è ancora nebbia più in là
poco prima di questa brezza che percuote il collo
la tenda alla finestra, di cotone anche pesante
che vorrebbe riparare il resto della stanza
un verde, quasi dipinto tra i bianco e neri
di donnine pitturate a china

Tra il vetro e la persiana, l’alveare
compagnia indomita di un girasole
che cresce, ruota il cuore attorno
alle sue lingue pressoché compiute

Come la rondine che ha scelto il corridoio tra
l’orto e il giardino, ignorando
il cigolìo della porta di servizio e l’alito del cane
che sbatte contro il nido

contrasti, questo ho pensato ad una prima lettura. i colori, i materiali, il dentro, il fuori tutto sembra rimandare a questo pensiero: guarda vicino, qui accanto a me ma alza anche lo sguardo, come il girasole
che cresce sol quando tutto si compie e la stanza che cerca intimità dietro una tenda vedi come si apre al verde che c'è fuori? e poi c'è un gran coraggio in questa strofa, superlativa:



Come la rondine che ha scelto il corridoio tra
l’orto e il giardino, ignorando
il cigolìo della porta di servizio e l’alito del cane
che sbatte contro il nido

questo è vero, ma stiamo tralasciando l'alveare..
in realtà, per quanto ne sappiamo, il fuori potrebbe essere il dentro e viceversa, in realtà è come se questo alveare fosse fatto di specchi, a me ha lasciato una grande tristezza, ma vuoldire che hai fatto centro, rallegriamocene insieme, dani

tralaltro

C’è ancora nebbia più in là
poco prima di questa brezza che percuote il collo

sono chiaramente versi che la dicono lunga, su cosa voglia dire fuori e dentro..
ci sarebbe da pensare, se addentrarsi nella nebbia e fuggire dal verde sia necessariamente la cattiva idea..


un bacio

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si tratta di una cosa strana, Francesco. un'attrazione unica a portata di mano, insomma di occhio, che mi è stata realmente portata a casa. tra il vetro e l'antone di una finestra della casa in collina, che è per la maggior parte dell'anno disabitata. uno sciame l'ha scelta come sito per costriurci l'alveare

il lavoro delle api attraverso un vetro. una di quelle cose più grandi della poesia e della fantasia. un lavorio intimo, tanto letto e descritto, ma impossibile da vedere in tempo reale. un lavoro emblema dell'operosità, del rigore, della pulizia. e di qui proprio la riflessione che cogli: il fuori che entra, che quasi va a coincidere con il dentro che resta fuori.

e nell'intercapadine, la grande tristezza.





un bacio a te.

equ_azione ha scritto:

contrasti, questo ho pensato ad una prima lettura. i colori, i materiali, il dentro, il fuori tutto sembra rimandare a questo pensiero: guarda vicino, qui accanto a me ma alza anche lo sguardo, come il girasole
che cresce sol quando tutto si compie e la stanza che cerca intimità dietro una tenda vedi come si apre al verde che c'è fuori? e poi c'è un gran coraggio in questa strofa, superlativa:



Come la rondine che ha scelto il corridoio tra
l’orto e il giardino, ignorando
il cigolìo della porta di servizio e l’alito del cane
che sbatte contro il nido

Al girasole mi ha condotto la foto di Valù, bellissima. quel centro che richiama la struttura di un alveare con il brulichio delle api, sopra. e il suo mostrarsi seguendo il sole.

Ho scelto il paragone con le rondini, anche queste prese dalla mia realtà. sono anni che hanno fatto due nidi a casa mia, quella di pianura. e sono sempre tornate, ad ogni primavera. dicono che ci sia amore dove costruiscono il nido le rondini. e lo fanno in basso, alla portata dell'alito del cane. perché hanno fiducia e riconoscenza (della serie: animali che comprendono, dove a volte l'uomo si perde).


due eventi incoraggianti. una casa scelta dalle rondini e un'altra dalle api. direi significative le simbologie che sono sempre state assegnate a questi animali.







grazie a te

filodiseta ha scritto:

Valù

che paura! hai coniato tu questo soprannome per me o ti è stato suggerito?

(poi ti spiego, tranquilla! sembro matta, lo so )

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Valu, l'ho letto nel benvenuto che ti ha dato Francesco. io l'ho solo personalizzato mettendo l'accento: mi piace. perché stai un po' diventando la mia musa, attraverso le tue foto


ecco, adesso non prendere me per pazzerella

è vero, mi ero scordata del benvenuto dell'uomo...
per quello mi ero spaventata, è l'unico ad aver coniato quel soprannome
e mi fa strano sentirlo da altri... sono facilmente impressionabile!!!!

grazie per il fatto della musa, mi imbarazza un po' ma al contempo mi fa un piacere immenso!
vedrò di essere all'altezza!!