seguo lo scorgersi piegata
di linee nell’incerto delle ascese
ancora al rimanere di contorni
privi e smarriti
e fretta ai passi
le dimensioni restano d’arrendere
sulle mani ai giudizi infranti
stesa dentro il nulla di un ricordo
donato al caso,
ribellato in sospiri
per contare rincorse
e l’abbandono
del corpo senza direzione alcuna
vibrato sui battenti,
lo schiudersi delle dita appena,
ingurgiti di niente
come a mezz’aria altrove di barriere,
che sia rifugio il tocco
in balìa delle assenze
alle movenze e i piedi
semi