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Se vuoi tracciare il mio cuore
traccialo di pietra color miele
con vene leggere di pudore
un incavo per le ceneri degli avi
da soffiare nell’aria tutti i giorni
fino ad un altro altare
ci vorrebbe una fotografia
rubata ai rimpianti che han legato
i polsi con canape bagnate sui bracieri
fioretti appesi al nero
di certi marmi ripescati a fiume
Ci penseranno i sogni a dare lustro
al disordine che mi si cuce addosso
proprio quando vorrei assaggiare l’aria
come uno stagno, un tempo fermo
dove tutto cade e si rimette al vento
Approderemo dunque, al bello di noi
prima di morire? Secondo il ricordo perfetto
e un’assenza da consumarsi altrove
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